Hai deciso di aprire un conto corrente, ma è la prima volta? In questo caso, potresti avere alcuni dubbi, anche su aspetti che molti considerano banali.
Ad esempio, potresti chiederti: quanto costa aprire un conto corrente bancario? La risposta a questa domanda è semplice: la maggior parte delle banche provvede all’attivazione del conto gratuitamente.
Ci sono, però, una serie di costi associati al conto, fissi e variabili, legati alla sua gestione e al mantenimento, nonché un’imposta di bollo prevista dallo Stato per il suo possesso.
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ISC (Indicatore Sintetico di Costo)
Se vuoi sottoscrivere un conto corrente valuta bene che non esistano altri prodotti finanziari più attinenti alle tue esigenze e poi controlla le varie voci di costo, consultando l’ISC (Indicatore Sintetico di Costo) presente sul foglietto illustrativo della banca che deve obbligatoriamente comunicarti prima della firma del contratto.
L’ISC è ottenuto dalla somma dei costi annuali, fissi e variabili dei conti modellati in base alle esigenze di sei categorie tipo di utilizzo (giovani, famiglie con bassa, media ed elevata operatività, pensionati con bassa e media operatività). Tale indicatore, calcolato dalla Banca d’Italia, permette di confrontare i costi complessivi dei diversi conti correnti offerti dalle banche.
Oltre all’ISC, per conoscere effettivamente il costo complessivo di un conto è importante chiedere nello specifico al consulente quali sono le spese e gli oneri legati alle varie operazioni e servizi.
Costi fissi
I costi fissi del conto corrente sono rappresentati dal canone mensile o forfettario applicato dalla banca per il suo funzionamento e che include la possibilità di potere eseguire un certo numero di operazioni senza spese aggiuntive e di usufruire gratuitamente dei servizi di domiciliazione delle bollette, dell’home banking e di notifica tramite sms. Inoltre, il canone può comprendere l’emissione di una carta di debito gratuita e la possibilità di fare prelievi e altre operazioni senza oneri aggiuntivi.
I costi fissi legati al conto sono dati anche dal canone annuo legati alle carte di credito e bancomat e alle spese di invio delle comunicazioni e degli estratti conto per via posta. Questi ultimi costi possono essere evitati chiedendo l’invio telematico dei documenti.
Costi variabili
I costi variabili di un conto sono quelli relativii al numero e al tipo di operazioni eseguite dal correntista e che non sono compresi nel canone. In particolare, essi sono rappresentati dalle commissioni sui prelievi di denaro contante presso gli sportelli automatici di altre banche, i bonifici, i pagamenti di utenze, l’emissione di assegni e gli interessi applicati in caso di scoperto, se il conto è legato ad un fido.
Imposta di bollo
Tutti i conti corrente sono soggetti ad una imposta di bollo. Introdotta, nel 2012, con il Decreto Salva Italia, viene applicata a tutti coloro che detengono un conto corrente persone fisiche o giuridiche. Per le prime essa è pari a 34,20 euro, per le seconde a 100 euro. È importante notare, che l’imposta non è dovuta se la giacenza media del conto è inferiore ai 5.000 euro.
Inoltre, essendo un’imposta annuale se il conto ha una durata inferiore all’anno, viene calcolata proporzionalmente ai giorni in cui è rimasto attivo e con una giacenza media superiore ai 5.000 euro. L’imposta di bollo non è dovuta se il conto o il libretto sono intestati a persone fisiche con un reddito ISEE 2019 non superiore ai 7.500 euro.
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Marco Fanelli
Marco Fanelli è un esperto nel settore fintech, con particolare interesse per carte, conti correnti e conti deposito. Con un background come sviluppatore informatico, Marco ha creato uno dei siti più visitati in Italia nel settore finance. Il suo obiettivo principale è fornire guide chiare e dettagliate, risolvere le problematiche annesse all'uso di carte e conti ed offrire recensioni comparative approfondite, rendendo il mondo fintech comprensibile per tutti.