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ISEE conto corrente cointestato

di Marco Fanelli

L’ammontare del conto corrente è un elemento da considerare quando si calcola l’ISEE. Tuttavia esistono dei fattori da tenere a mente quando si parla di conti correnti cointestati.

Si tratta di depositi bancari oppure postali dove i titolari sono almeno due e tutti hanno disponibilità della somma a saldo. Infatti i cointestatari vengono considerati responsabili (debitori oppure creditori in solido) nella medesima forma nei confronti del conto corrente.

Isee conto corrente cointestato Di conseguenza i debiti e i crediti vengono ripartiti tra i cotitolari, a meno che non sia stato espresso in maniera esplicita diversamente. Questa modalità è stata sottolineata da una sentenza della Corte di Cassazione, secondo la quale i cointestari possono operare in maniera disgiunta per quanto riguarda l’operatività del conto corrente, tuttavia le disposizioni messe in atto non possono essere a vantaggio esclusivo di una delle parti titolari del deposito.

L’unica eccezione è rappresentata dai casi in cui gli altri cointestati autorizzano in modo esplicito l’operazione.

Cosa tenere a mente

Quando si parla di conti correnti cointestati bisogna tenere a mente che in questi casi le percentuali di ciascuna parte si presumono uguali. Infatti ogni titolare possiede la facoltà di compiere operazioni bancarie in maniera disgiunta, tuttavia occorre il consenso dell’altra parte per disporre una somma superiore alla propria quota di spettanza dell’importo depositato a proprio favore.

Infatti i cotitolari sono debitori oppure creditori solidali sia nei rapporti interni che nei confronti dei terzi. Un altro aspetto da tenere in considerazione è che la stessa funzione di un conto corrente bancario è espletare il servizio di cassa in favore di tutti i contitolari.

Di conseguenza il credito contratto non può essere considerato soltanto nell’interesse esclusivo di uno soltanto dei cointestatari. Si tratta di un elemento da tenere in considerazione quando si effettua il calcolo dell’ISEE.

Come viene considerato il conto corrente cointestato per il calcolo dell’ISEE

Il calcolo dell’ISEE deve essere effettuato per obbligo di legge da un CAF oppure da un professionista abilitato, ad esempio un commercialista iscritto all’albo, un consulente o un ragioniere esperto. Nelle operazioni di DSU tra i parametri che bisogna inserire nell’apposito campo è presente anche la giacenza media del conto corrente cointestato.

Ciò vale sia per i depositi i cui titolari sono membri dello stesso nucleo familiare che per quelli in cui non sussistono rapporti di parentela oppure di coabitazione. Si tratta di un valore che deve essere richiesto alla propria banca perché non può essere elaborato in maniera autonoma dal contribuente. Infatti risulta essere la somma del saldo del deposito per i 365 giorni che costituiscono il periodo d’imposta di riferimento.

Il contribuente deve recarsi presso l’istituto bancario con il quale si intrattiene il rapporto finanziario e richiedere allo sportello il rilascio di un documento che attesta il saldo contabile e la certificazione di giacenza media. Questi dati devono essere riferibili al 31 dicembre del periodo d’imposta di riferimento. Successivamente, durante le procedure di compilazione della DSU, si ripartiscono gli importi effettivamente di propria competenza secondo le percentuali di possesso.

Come calcolare la giacenza media

All’interno della DSU, secondo i nuovi modelli adottati, deve essere inserito il saldo attivo del conto corrente bancario alla data del 31 dicembre del periodo d’imposta di riferimento. L’importo deve essere al netto degli interessi, tuttavia bisogna prendere in considerazione in alternativa la giacenza media annua nel caso in cui questo valore superi quello del saldo attivo.

Invece occorre inserire sia la giacenza che il saldo se il primo valore è superiore al secondo e se durante il periodo d’imposta in questione sono stati effettuati acquisti immobiliari oppure se il patrimonio mobiliare del contribuente ha subito un incremento.

Quando si parla di giacenza media annua si fa riferimento alla media degli importi presenti sul conto corrente del contribuente nel corso dell’anno che risultano essere a credito del titolare.

Di conseguenza è necessario verificare quante sono le giacenze giornaliere per tutti i 365 giorni dell’anno. Quindi si divide il risultato per il numero di giornate che compongono l’anno.

Questa procedura viene effettuata persino nel caso in cui il conto corrente non sia stato aperto per 365 giorni consecutivi a partire dal 1° gennaio del periodo di imposta in questione. Ad esempio, se la somma delle medie giornaliere è 53.000 euro, la giacenza annuale risulta essere pari a 145,21 euro.

In alternativa si possono sommare i numeri creditori totali che sono presenti all’interno dei quattro estratti conto trimestrali. Quindi si divide l’importo risultante per 365, corrispondenti ai giorni che compongono l’anno. Nel caso di un conto corrente cointestato la giacenza media annuale deve essere divisa fra i vari cotitolari a seconda delle relative quote. Ad esempio, se i cointestatari sono due, la giacenza media e il saldo vengono ripartiti al 50%. Di conseguenza all’interno della DSU per il calcolo dell’ISEE bisogna inserire la metà di entrambi i valori.

Al contrario, se si parla di un conto corrente con tre contitolari, le quote sono del 33,33%. Infine si ricorda che per il calcolo dell’ISEE il conto corrente (compreso all’interno del patrimonio mobiliare complessivo) ha un peso di solo il 20%. Invece i redditi soggetti a IRPEF rappresentano una quota dell’80% per la DSU.

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Marco Fanelli

Marco Fanelli è un esperto nel settore fintech, con particolare interesse per carte, conti correnti e conti deposito. Con un background come sviluppatore informatico, Marco ha creato uno dei siti più visitati in Italia nel settore finance. Il suo obiettivo principale è fornire guide chiare e dettagliate, risolvere le problematiche annesse all'uso di carte e conti ed offrire recensioni comparative approfondite, rendendo il mondo fintech comprensibile per tutti.