Tanti correntisti si chiedono qual’è la differenza tra un conto corrente bancario e un conto di deposito.
Sono prodotti bancari molto diversi tra loro; la loro funzione, infatti, è di natura diversa: se il conto corrente bancario è uno strumento che prevede che il denaro in esso contenuto fluisca in entrata e in uscita, per soddisfare le spese quotidiane o straordinarie, il conto di deposito è pensato per lasciare delle somme in deposito, appunto, al fine di farle fruttare.
In questo articolo analizzeremo questi due prodotti nel dettaglio, per poi metterli a confronto.
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Conto deposito
Il conto deposito è uno strumento che le banche hanno proposto nel 2000 per invogliare la clientela retail a portare denaro nelle proprie casseforti arrivando anche ad offrire tassi che oggi appaiono fantascientifici: il 6 per cento sul deposito vincolato per un paio di anni.
Con la crisi del 2013 e lo spread BTP/Bund che s’innalzò a sfiorare i 600 punti, per le banche è stato difficile negoziare sul mercato interbancario, di conseguenza, per cercare capitali freschi hanno dovuto necessariamente alzare i tassi di interesse sui loro prodotti, tra cui anche il conto deposito.
Con la BCE di Mario Draghi che negli ultimi anni ha acquistato titoli di stato a go go per aiutare le singole economie degli stati dell’UE in evidente affanno, il quadro è cambiato i tassi sono scesi ben sotto l’1 per cento ponendosi al di sotto del tasso di inflazione come accaduto nel primo trimestre del 2018.
Per i conti deposito è iniziata una crisi che solo ora pare risollevarsi. Questo perché la BCE da gennaio di questo anno ha smesso di acquistare i titoli di stato ed i tassi di interessi si sono lentamente rialzati così come lo spread che è tornato a salire.
Opzioni del conto deposito
Due sono le opzioni per il correntista di un conto deposito, una è il conto di deposito definito “libero“, nel quale si può disporre del proprio denaro in ogni momento.
L’alternativa ha il vantaggio di avere tassi di interessi maggiori. Il denaro infatti, può essere movimentato solo alla scadenza di un determinato periodo.
Per questa ragione, questa tipologia di conto deposito viene chiamato, “vincolato“.
In questo caso, bisogna prestare attenzione se si decide di svincolare il proprio denaro prima dei termini contrattuali. Ci sono banche che ammettono questa possibilità ma in contropartita chiedono il pagamento di una penale a volte anche abbastanza onerosa.
In taluni casi invece della penale viene richiesto una decurtazione sugli interessi maturati. Se ne deduce che prima di vincolare i propri risparmi è bene ragionare a fondo sul possibile loro utilizzo nel breve periodo. Si rischia di perdere i benefici del conto di deposito aumentando le spese appesantendo il conto economico.
Per gli analisti il conto deposito è definito un prodotto finanziario a basso rischio e per maggior tutela dell’investitore esso è garantito dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi fino ad un massimo di 100 mila auro.
Conto Corrente
Il conto corrente bancario è uno strumento finanziario che deriva da un contratto tra l’utente e l’istituto di credito. Quest’ultimo si prende l’onere di mantenere in deposito il denaro del cliente offrendogli in aggiunta una serie di servizi che facilitano la movimentazione del denaro.
Ad esempio, versamento e prelievo di denaro, l’accredito dello stipendio o anche della pensione, il pagamento delle bollette o di rate di prestiti. Servizi che, ovviamente, il correntista è tenuto a pagare. In buona sostanza, il conto corrente è uno strumento che serve per facilitare la gestione dei flussi del proprio denaro.
Differenza tra conto corrente e conto deposito
Il conto deposito è una leva nelle mani del cliente per investire il proprio denaro sapendo che, in caso di necessità, lo ha sempre disponibile. Per capirci, a differenza del classico conto corrente, con il conto deposito si possono effettuare solo due operazioni: prelievo e versamento di denaro.
Il vantaggio per il correntista è che il denaro resta fermo sul conto e matura degli interessi che possono rivelarsi abbastanza consistenti. Attenzione però, perché per disporre di un conto di deposito è necessario essere in possesso di un conto corrente ordinario che in gergo tecnico viene definito, “conto di appoggio“.
Non va dimenticato, nella nostra analisi, anche l’aspetto fiscale dei due servizi.
Il conto corrente ordinario subisce un’imposta di bollo pari a 34,20 euro all’anno per le persone fisiche e 100 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Il conto di deposito è assoggettato ad una tassazione del 1,5 per cento ogni 1000 euro del capitale versato.
Vantaggi e svantaggi
Vediamo ora quali sono i vantaggi e le lacune di entrambi i prodotti bancari.
Per il conto corrente bancario ordinario il principale deficit è nella sua scarsa rimuneratività. Non si supera mai, come tasso di interesse, l’0,5 per cento ma è indubbio che oggi come oggi non è pensabile non disporne, vista la gran mole di servizi che offre e che ci facilitano la vita.
Il conto deposito in generale non offre servizi per i flussi di denaro anche se, in alcuni sporadici casi, anche il conto deposito permette di disporre di qualche servizio aggiuntivo ma resta sempre uno strumento interessante per quel correntista che dispone di un piccolo capitale che non sa dove parcheggiare, per godere di un piccolo interesse.
Capitalizzazione degli utili nel conto deposito
La capitalizzazione degli utili prodotti dal conto deposito può essere trimestrale, semestrale o annuale e molti istituti bancari propongono ai propri clienti il pagamento degli interessi anticipato. Va da se che più è lungo il vincolo temporale e maggiore è il tasso di interesse che si riesce a spuntare.
Non va trascurato che in media l’interesse sul conto deposito molto difficilmente supera l’1 per cento ma questo non ha scoraggiato un esercito di piccoli investitori.
Dati statistici
Nel 2018 quasi 600 miliardi di euro sono stati destinati ai conti deposito. Gli italiani preferiscono il conto di deposito anche a medio e lungo termine. Lo scorso anno il 47 per cento dei correntisti ha destinato il proprio denaro ad un conto di deposito per un periodo compreso tra i 13 e i 36 mesi e solo il 16 per cento ha scelto un periodo superiore.
Il deposito vincolato fa gola se pensiamo che il 72 per cento dei correntisti ha scelto di bloccare il proprio denaro per un periodo più o meno lungo. E’ tanto se pensiamo che nel 2017 erano il 53 per cento. Interessante anche l’aspetto relativo ai conti on line perché se si sceglie il conto correnti in rete con alcuni istituti di credito è possibile avere anche il conto deposito come servizio gratuito.
Insomma, questa è una soluzione che permette di unire i vantaggi di entrambi i conti. Avere un salvadanaio per il risparmio e nel contempo essere in grado di operare sui flussi di denaro. Operare con entrambi i prodotti in estrema disinvoltura, in qualsiasi momento e dovunque ci si trovi.
Inoltre, gli istituti che offrono questo prodotto on line, generalmente, riescono a garantire un tasso di interesse leggermente più alto rispetto a quelli offerti allo sportello.
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Marco Fanelli
Marco Fanelli è un esperto nel settore fintech, con particolare interesse per carte, conti correnti e conti deposito. Con un background come sviluppatore informatico, Marco ha creato uno dei siti più visitati in Italia nel settore finance. Il suo obiettivo principale è fornire guide chiare e dettagliate, risolvere le problematiche annesse all'uso di carte e conti ed offrire recensioni comparative approfondite, rendendo il mondo fintech comprensibile per tutti.